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Feisbuc? no, grazie. 16 febbraio 2009

Posted by ul_fabius in Tecnologia, Web 2.0.
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Da bravo tossico di internet quale sono quando l’accesso a facebook è stato aperto a qualsiasi persona sopra i 13 anni, poco dopo l’11 Settembre 2006, mi son fiondato a provarlo; ho una curiosità irresistibile verso il web e tutte le applicazioni che su questo strumento sono basate, da quelle “sociali” a quelle più tecniche.
Spinto dalla curiosità compilo da bravo utente i dati richiesti in inglese sulla homepage del sito, e come sempre evito come la peste il pulsante “invita i tuoi amici” che ti permette di diramare inviti ai contatti della rubrica di posta elettronica.
Chiaramente in principio ero uno dei pochi italiani presenti (eravamo attorno al migliaio, forse pochi di più) e i vari gruppi in italico idioma erano poco più di una decina. ovviamente facebook mi par tutto fuorchè entusiasmante.
Dopo pochi mesi gli italiani si quintuplicano (ricordo qualcosa attorno a 5600 iscritti o giù di lì) tuttavia la situazione era di là da sbloccarsi e da diventare il fenomeno di massa che è al giorno d’oggi ma comincio a notare che il servizio ha qualcosa che non mi piace: scopro che una persona che compare di sfondo, su una delle due foto che ho caricato è stata taggata da qualcun altro. E la cosa m’infastidisce.
Quando sono ormai convito che il servizio non ha nulla che m’interessi decido di cancellarmi (o “suicidarmi” come si dice ora delle identità online) tra faccine tristi e ripetuti dubbi sulla mia sicurezza nel compiere un così tragico gesto che mi impedirà di rimanere in contatto con i miei amici, di parlare coi miei vicini di casa, di sapere cosa il mio lontano parente sta facendo ora dall’altra parte del mondo, insensibile clicco su “confirm” e scompaio da facebook. Immediatamente mi arriva una mail listata a lutto che racconta la storia del mio account, mi conferma la mia dipartita e ringrazia per la permanenza sui loro server.
Passa del tempo, di tanto in tanto leggo qualcosa riguardo alla crescita di facebook a livello globale ma la cosa non mi incuriosisce più di tanto.
Quando la massa comincia a conoscere facebook, alla mia casella di posta elettronica cominciano ad arrivare inviti, in maniera esponenziale aumentano. Tutti regolarmente declinati ma che fanno crescere in me il dubbio che il servizio possa cominciare ad essere interessante perciò preso da un lampo di follia (che mi impedisce di ricordare con chiarezza il momento dell’addio) ritento il login ed ovviamente il server mi nega l’accesso; un po’ meno ovviamente il server manda una mail all’indirizzo che ho utilizzato per la registrazione e per ritentare il login dove mi notifica gaudente che nonostante abbia creato un account il giorno tal dei tali e cancellato l’account il giorno tal dei tali ho ritentato l’accesso. potrei riavere tutti i miei amici ed i miei contatti “semplicemnte cliccando qui“.
Rimango basito da questa mail e comincio a pensare che “ok che hai i miei dati” “ok che tutti hanno i miei dati, pure google ha tutte le mie mail” “ok che tutti si tengono i dati, checchè ne dicano sui loro siti riguardo alla privacy” “ma porca miseria, possibile che tu lo debba fare in maniera così spudorata?”.
Ho deciso di non far risorgere l’account, di declinare ogni futura offerta di iscrizione e di diffondere questo piccolo aneddoto.

Oggi su Twitter leggo un intervento di JacopoGio riguardo a Facebook e non posso che confermare i miei dubbi riguardo alla gestione dei dati personali della suddetta comunity online. Il titolo dell’articolo linkato da Jacopo è questo: Facebook’s New Terms Of Service: “We Can Do Anything We Want With Your Content. Forever.” e l’originale lo potete leggere in questa pagina.